Chi sono

Fin da bambina sono stata una silenziosa e attenta osservatrice delle cose che accadevano.

Mi rifugiavo nell’armadio della cameretta dove mi facevo grandi domande sulla vita, sul futuro, su ciò che ipotizzavo risiedesse nella mente degli altri. 

L’attenzione allo sguardo dell’altro, alle sue specificità e alla cura ha sempre fatto parte di me: mi piace pensare che non sia solo per la mia storia, ma un po’ anche per il mio temperamento. 

Dopo aver avuto un’infarinatura sulla psicologia alle scuole superiori, ho definitivamente scelto la mia strada, sebbene scegliere una strada non sempre significhi essere consapevoli di ciò che essa comporta. 

Ho frequentato la facoltà di Psicologia a Milano, laureandomi nel 2013, dopo un intenso tirocinio in comunità. Avevo tante idee e altrettanta confusione in testa, ma forte della certezza di volermi spendere nella pratica mi sono sperimentata in ambiti differenti: ho conseguito un master in psicodiagnostica presso l’associazione A.R.P. dove ho lavorato come anamnesta e testista; ho lavorato per alcuni anni a contatto con minori e famiglie svantaggiate, in contesti scolastici come supporto alla disabilità fisica e psicologica e in contesti sociali/comunitari. Ero alla ricerca di chi fossi come professionista. 

Dopo qualche tempo ho capito che alla mia strada professionale mancavano pezzi importanti, che avevano a che fare con gli aspetti più legati al funzionamento degli individui e alla possibilità di curarli: la mia strada avrebbe dovuto includere una scuola di psicoterapia, ma quale? 

Ho scelto Iserdip, per me “la” scuola di psicoterapia integrata che speravo rispondesse al mio bisogno di mettere insieme tutte le anime, così diverse e a volte in conflitto, che fanno parte di me. E così è stato.

La scuola mi ha aperto le porte all’integrazione: dei modelli teorici e delle pratiche cliniche, ma anche della possibilità di integrare mente e corpo, perchè senza questa importante connessione ci perdiamo dei pezzi giganti di consapevolezza e di possibilità di guarigione. 

Ma poi… ho capito che l’integrazione deve necessariamente riguardare anche ciò che sta fuori da noi, come individui, e deve allargarsi al mondo intero. Gli esseri umani, come esseri viventi, non esistono se non collocati in un ambiente con il quale vi sono scambi basati sulla reciprocità, consentendo un continuo arricchimento reciproco che crea sinergie nuove. 

Questa visione sistemica mi ha sempre più spinta nella direzione di dare dignità all’interconnessione tra le specie e gli ecosistemi e di come ogni essere, umano o non umano, vada rispettato nella sua identità, nei propri scopi e predisposizioni.

Dalla specializzazione in psicoterapia - dopo aver passato intensi turni diurni e notturni in comunità - ho iniziato a lavorare in ospedale, a supporto di persone portatrici di patologie organiche croniche, e in studio privato. 

Ad oggi collaboro con il Centro Clinico della mia scuola di psicoterapia, che rimane uno dei miei punti di riferimento preferiti per gli aggiornamenti professionali, e nel quale offro il mio contributo in termini psicoterapeutici. 

Mi occupo di giovani adulti, adulti e anziani che vivono difficoltà specifiche del proprio ciclo di vita, si confrontano con patologie organiche più o meno invalidanti, mostrano sintomi psicologici di varia natura.

Da alcuni anni ho iniziato a farmi domande sul futuro, a fronte delle conseguenze del cambiamento climatico che ho sperimentato in maniera indiretta ma comunque molto impattante. Ho deciso di approfondire quest’area della psicologia collaborando con l’associazione AIACC e diventando conduttrice di Climate Cafè dopo essermi formata presso la Climate Psychology Alliance. Ad oggi continuo a studiare e a interessarmi all’argomento facendo rete con colleghə che in tutta Italia svolgono formazioni, studi scientifici e ritiri nella natura. 

TITOLI

Laurea Magistrale in Psicologia Clinica, dello Sviluppo e Neuropsicologia 

Master in psicodiagnostica 

Specializzazione in Psicoterapia breve integrata focale (Iserdip) 

EMDR 1° e 2° livello 

Certificazione Internazionale in Mindfulness

“Riporre fiducia nella vulnerabilità quale condizione per una nuova creazione del mondo (…) significa riconoscere questa fragilità; così da trarre da questo riconoscimento l’impulso a prendere in cura il mondo, per dare avvio a un ‘nuovo inizio’, all’apertura di inediti orizzonti di possibilità” - Elena Pulcini