Ansia: comprendere una compagna invisibile

L'ansia è un'emozione e come tale si manifesta su tre livelli: cognitivo (pensieri preoccupati, anticipazioni negative, catastrofismo), emotivo (sfumature come nervosismo, tensione, ecc) e corporeo/sensoriale (aumento del battito cardiaco e della pressione sanguigna con conseguenti manifestazioni di irrequietezza, viso arrossato, sensazione di gola chiusa, eventuali problematiche digestive/intestinali).

È una reazione normale in situazioni stressanti, addirittura funzionale a gestire determinati eventi: pensate di dover preparare un esame o una presentazione senza neanche un briciolo di ansia, probabilmente non faremmo un buon lavoro.

Tuttavia, quando diventa persistente e sproporzionata rispetto al contesto, l’ansia può evolvere in un’emozione spiacevole e faticosa da gestire e può impattare così tanto sulla nostra vita da parlare di veri e propri disturbi d'ansia.

Yerkes e Dodson (1980) hanno descritto una relazione tra ansia e rendimento, per comprenderne gli effetti positivi e quelli disfunzionali. Hanno infatti notato che il rendimento migliorava in presenza di ansia, finchè essa raggiunge un plateau in cui la persona ha una “prestazione ottimale”. Se tuttavia l’ansia aumenta eccessivamente, l’effetto sulla prestazione risulta disfunzionale, comportando incapacità di risoluzione del compito, acquisire nuove informazioni, svolgere compiti cognitivi complessi.

Relazione tra ansia (attivazione) e rendimento (performance) secondo Yerkes & Dodson

L’ansia, come tutte le emozioni, ha uno scopo informativo: ci avvisa di un pericolo, reale o percepito, come un allarme interiore che suona per proteggerci. Ma a volte l’allarme non si spegne, anche quando tutto è tranquillo, oppure si attiva per stimoli minimi che non richiederebbero una risposta così forte, causandoci grande spavento e senso di insicurezza.

È davvero importante entrare nell’ottica che l’ansia non si manifesta per metterci i bastoni tra le ruote nella nostra importante presentazione a lavoro o per farci fare brutta figura a un esame: l’ansia ci sta comunicando qualcosa e più noi la zittiamo e la soffochiamo, più lei aumenterà il volume la prossima volta per farsi sentire!

Possiamo provare qualcosa di diverso: possiamo provare a entrare in ascolto di quell’ansia e sentire cosa ha da dirci di tanto importante.


L’ansia ti sta dicendo che qualcosa non va se:

* Fatichi a dormire;

* Hai pensieri che corrono come auto velocissime, simili al traffico dell’ora di punta;

* Questi pensieri possono diventare improvvisamente catastrofici, dipingendo scenari nella tua mente molto peggiori di quello che sta effettivamente accadendo nella realtà;

* Percepisci tensione nel corpo, digrigni i denti o hai sempre il collo e/o le spalle irrigidite;

* Hai notato una certa difficoltà a concentrarti;

* Hai sintomi fisici come sudorazione, respiro affannoso, tremori o battiti accelerati;

* Hai sintomi fisici che coinvolgono il tratto gastrointestinale: reflusso, bruciore di stomaco, nausea, mal di pancia, frequenti episodi di stitichezza o diarrea.

Se ti riconosci in queste descrizioni, sappi che non c’è nulla di "sbagliato" in te. È solo il tuo corpo che cerca di comunicarti qualcosa.

Una riflessione più ampia

In Italia, si stima che circa 2,8 milioni di persone soffrano di disturbi d'ansia, con una prevalenza maggiore tra le donne e un incremento con l'avanzare dell'età. Uno studio italiano del 2022 ha evidenziato che l’ansia è in aumento tra i giovani adulti, soprattutto a causa dell’incertezza del futuro (Istituto Superiore di Sanità).

Secondo l’OMS i disturbi d’ansia sono i disturbi più comuni a livello mentale, coinvolgendo 301 milioni di persone nel 2019, con una prevalenza maggiore tra le donne rispetto agli uomini. I sintomi d’ansia sembrano emergere durante l’infanzia e l’adolescenza e, purtroppo, solo 1 persona su 4 sembra ricevere un trattamento per tale situazione.

L’OMS aggiunge che, durante il primo anno di pandemia, i disturbi d’ansia (insieme a quelli depressivi) sono cresciuti del 25%.

 

Non devi affrontare tutto da sol*

L’ansia a volte è così invalidante da sembrare un problema insormontabile. Non devi essere sol* in questo percorso: puoi parlarne con un* professionista e provare ad esplorare insieme a l*i che cosa vuole dirti la tua ansia e come poter stare bene.

Se vuoi imparare qualche strategia per iniziare da subito a gestire l’ansia quando insorge, visita la pagina dedicata “come possiamo affrontare l’ansia insieme?”.

L’ansia è come una sedia a dondolo: sei sempre in movimento, ma non avanzi di un passo.
— Jodi Picoult
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Gestire l’ansia: proviamoci insieme